Prime Esperienze
4 Interludio
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16.01.2025 |
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"Proprio questo pensiero mi mise in allarme; e se mi avesse sborrato in bocca o non avesse avvertito? Così mi staccai e rimessomi in piedi mi riportai nel mio..."
...come un automa aprii la bocca e accolsi quel coso di carne bollente dentroCosì come con Marco, anche con Diego i bei momenti terminarono. Gli anni passavano comunque per entrambi e dopo le medie le nostre strade si divisero. Cambiarono gli interessi, i luoghi e le relative amicizie. Per me era diverso: la voglia e il bisogno di masturbarmi non cessò, anzi: era diventato un rito quotidiano, sotto le coperte, con la torcia del telefono e la rivista porno. Mi sparavo seghe interminabili, a volte quasi di mezz’ora sfogliando pagine su pagine, immaginandomi al posto di quei maschioni che infilavano i loro arnesi dentro quei buchi oscenamente spalancati e fantasticando di prenderli in bocca o per altre vie. La voglia di passera c’era, ma sembrava essere solo una questione visiva, da guardare dal vivo, spalancata e umida. Mi sarei accontentato anche solo di vederne una pelosa.
Passarono diversi anni. Terminai le superiori non in modo brillante e, nonostante tutto, intrapresi la carriera universitaria, laureandomi poi con un discreto 108. Non volendo pesare su mia madre cercai anche lavoro come cameriere presso un country house a circa mezz’ora di strada. Come è facile immaginarsi il fuori corso era assicurato dovendo conciliare lavoro e università. Ma proseguii e proprio a cavallo tra la fine della triennale e l’inizio della magistrale presi a curiosare su chat erotiche, a esternare ad altre persone, seppur anonime, la mia sessualità. Tra fantasie, sesso virtuale e qualche scambio di foto volli finalmente organizzare qualcosa. Non doveva essere un incontro spinto ma solo un’occasione per mostrare la mia voglia di cazzo a qualcuno che non fosse dietro uno schermo e masturbarmici insieme.
Il caso volle trovassi qualcuno della mia città, desideroso di farsi una sega in compagnia. La sera stessa vestito comodamente arrivai al luogo concordato e dop aver atteso qualche minuto ecco che si presenta il tipo.
“Ciao quindi sei tu, mio padre conosce tua madre”.
Palese mi risultò quali fossero i rischi di incontrare gente online, soprattutto all’interno dello stesso comune di residenza.
“Ti va bene quindi una sega?” chiese
“Si certo perché no”
“Ok andiamo lì dietro”
Poco più in là vi era un grosso cespuglio tra due alberi, il posto perfetto per fare cose e avevamo il favore delle tenebre dalla nostra. Uno di fianco all’altro cominciammo ad accarezzarci i pacchi; dapprima con il pantalone a separare mano e cazzo e poi infilandole dentro. Nel frattempo, il discorso riprese:
“Ti seghi spesso?” chiese
“Sì abbastanza”
“Fai solo seghe o anche altro? Hai già fatto qualcosa con qualcuno?”
“Avevo un amico con cui mi segavo e ci facevamo i bocchini”
“Ah...quindi hai un po' di esperienza”
“Un po' sì ma niente di particolare, non sono sicuro di saperli fare bene”
Mi prese la mano destra e la infilò nelle sue mutande. Sentii finalmente calore, un’asta liscia e l’inconfondibile durezza...ma anche un folto cespuglio di peli pubici; ciò non mi disturbava, anzi presi ad accarezzarlo, scoprendo lentamente la cappella, ruotandoci sopra l’indice e sentendo le vene pulsare lungo tutta la sua lunghezza. Mentre con la sinistra ero impegnato a scappellarmi energicamente, una mano afferrò l’elastico della tuta e dei boxer, facendoli scivolare insieme e ritrovandomi così dalla vita in giù nudo, con il culo e il cazzo esposti all’aria. Prese ad accarezzarmi le chiappe, tastandone la consistenza e facendomi sussultare ogni volta che le stringeva. Erano passati diversi anni da quando qualcuno mi aveva toccato e avevo dimenticato quanto potesse essere bello.
“Mmmmh... ma che bel culetto” e nel frattempo si calò le braghe.
“Dai lo vedo che ti piace, prendilo in bocca” e con la mano, con cui mi stava palpando mi prese la testa e mi fece inginocchiare, puntandomi il cazzo sulle labbra. Come un automa aprii la bocca e accolsi quel coso di carne bollente dentro. Come spesso immaginato quel corpo mi diede una sensazione di piacevole pienezza, il sapore mi inebriava e la pelle liscia che lo ricopriva deliziava il mio palato.
L’essere usato così mi eccitava tremendamente; presi a segarmi, allargando per quanto mi fosse possibile le ginocchia in modo da percepire la leggera brezza del vento che mi solleticava il buchino del culo.
“Daiii...sei bravissimo, hai una bocca da urlo. Dai succhiaaa mmmmmh...”
Tenendomi in equilibrio, con la destra impugnai il suo cazzo iniziandolo a segare, e al contempo mi concentravo nell’aspirarlo come meglio potevo. Provai a cacciarlo tutto in bocca, ma neanche un secondo dopo ebbi i conati (certo non potevo pretendere di fare tutto la prima volta). Anche il pelo non aiutava visto che lo sentivo sfiorarmi le labbra dandomi ribrezzo. La sega sul mio cazzo, il pompino e tutta la situazione che si era creata stavano dando i loro frutti e sapevo che, se non mi fossi fermato sarei venuto. Proprio questo pensiero mi mise in allarme; e se mi avesse sborrato in bocca o non avesse avvertito? Così mi staccai e rimessomi in piedi mi riportai nel mio spazio vitale.
“Stai per venire?” domandò
“No ma ho voglia di sborrare”
Di comune accordo ci segammo sempre più forte finchè schizzi di sperma partirono quasi simultaneamente da entrambi i nostri sessi.
Finito il tutto ci ricomponemmo: domandai se fossi stato bravo, se il bocchino era riuscito a soddisfarlo. Rispose di non preoccuparmi, che andava benissimo così, come se quello che gli importasse fosse solo sentire una bocca calda e umida. Non mi importava, ero solo contento di aver preso finalmente un pisello in bocca e di essermi mostrato nudo (quasi) a qualcuno. Quella sera confermò il mio interesse verso il pene, il pisello, il cazzo...quello straordinario palo di carne duro e umido che, quando è pronto schizza il suo contenuto bianco e bollente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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